Phantasie di Franghiz Ali-Zadeh

Franghiz Ali-Zadeh è una compositrice e pianista dell’Azerbaigian, nata il 29 Maggio del 1947. La sua produzione è ampia e abbraccia la musica per strumenti solisti, formazioni da camera e orchestrali. Dal 2007 è Presidente della Composers’ Union of Azerbaijan.

La chitarra, nell’elenco delle sue opere, compare due volte: nella Azerbaijani Pastoral, composizione per due chitarre, flauto e percussioni e nella Phantasie (Fantasy for guitar solo).

Nei giorni trascorsi, nella parte di studio dedicata alla lettura di nuovo repertorio del Novecento e Contemporaneo, ho letto e diteggiato la fantasia per chitarra sola. La scrittura è ariosa e libera in uno stile quasi-improvvisato ma con forti richiami alla musica tradizionale del suo paese ed in particolare il mugam (o Mugham) che combina in maniera estremamente complessa l’arte della poesia classica e dell’improvvisazione musicale, basata su sistemi modali. Dal 2003, il Mugam è patrimonio dell’umanità.
Una definizione chiara del Mugam è data dal celebre compositore Gara Garayev (1908-1982):

“The expression mugham is used in two senses in the folk music of Azerbaijan. On the one hand the word mugham describes the same thing as the term lad [Russian for key, mode, scale]. An analysis of Azerbaijani songs, dances and other folk-music forms show that they are always constructed according to one [of these] modes. On the other hand the term mugham refers to an individual, multi-movement form. This form combines elements of a suite and a rhapsody, is symphonic in nature, and has its own set of structural rules. In particular one should observe that the suite-rhapsody-mugham is constructed according to one particular mode-mugham and is subject to all of the particular requirements of this mode.”

La composizione è per il sottoscritto una vera e propria scoperta. Da un punto di vista della costruzione è ridotta all’osso. L’intervento dell’interprete deve essere massivo; non solo non basta attenersi alla scrittura ma occorre avere un background notevole in termini di ricchezza timbrica, capacità di fraseggio e, in determinati frangenti, agilità e freschezza nella pronuncia. Le pochissime cellule utilizzate nel corso dell’intera composizione (della durata di circa 13 minuti), si evolvono stringatamente ma in maniera sempre originale mettendo in condizioni chi suona di avere di fronte grandi spazi interpretativi.

Dal video qui sotto si può ascoltare la composizione per cello solo “Aşk Havası” interpretata da Konstantin Manaev della stessa compositrice.

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