Abbandono della chitarra

20 Dicembre 2013 – 1 Dicembre 2017. Dopo (quasi) quattro anni di monitoraggio, rilevo con non poca amarezza che dopo la quasi totale messa al bando dei recital per chitarra dalla maggior parte degli Enti e Società Concertistiche a causa (cit.) “[…]delle scadenti proposte di programmi ricevute[…]” (applausi e grazie di cuore a tutti i promotori per le trascrizioni della colonna sonora di Star Wars e dei Simpson e per i vostri saggi con le orchestre di chitarra con le nuove trascrizioni dei Beatles) sono rimaste pochissime le riviste di musica non specifiche per sei corde a trattare di prodotti discografici con repertorio originale per lo stesso strumento.

La chitarra sta lentamente scomparendo anche dagli e-magazine destinati alla musica e viene relegata spesso e volentieri a spazi semi-amarcord marcati con il volto di Segovia o di Villa-Lobos.  Quando non con chitarre folk!
Sono decine le selezioni di dischi che vengono effettuate ogni anno in ogni parte del globo e rarissimamente (il mio ottimismo è duro a morire: dovrei dire mai) si parla di produzioni destinate al repertorio per chitarra. Di tanto in tanto viene fuori qualche raccolta o cofanetto storico della major che tenta di raschiare il barile. Ma niente di più.

Non posso far altro che immaginare una perdita di fiducia degli editori nei confronti di un mondo autoreferenziale che non fatica ad ignorare i compositori che sanno scrivere e meritano attenzione, si ostina a promuovere robaccia mescolandola con le solite 10-15 pagine trascritte dalla musica barocca e le cui priorità sembrano ridotte a questioni di mero marketing, roba che brucia in fretta, fast-food della musica, like, visualizzazioni. Ma come biasimarli?
Cosa si accosta ad un CDSet dedicato ad Arturo Toscanini che dirige Weber e Wagner?
E alla NY Philharmonic alle prese con il concerto per cello di Dvořák?

Nonostante questo, tuttavia, sento di poter affermare che è grave rinunciare in toto all’ascolto dei dischi dedicati alla musica per chitarra: ci sono lavori e percorsi che non sfigurano affatto accanto alle recenti proposte sinfoniche di Sony Classical e Deutsche Grammophon e che hanno solo bisogno d’essere ascoltati.

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