Omaggio a Sergeij Prokof’ev di Angelo Gilardino

A chiosa della prima raccolta lo Studio n.12, Omaggio a Sergei Prokov’ev: rivisitazione di scene dal teatro grottesco che la musica del compositore russo rappresenta. Dopo l’impegno nel controllare minuziosamente una bellissima monodia sospesa appena riverberata, l’esecutore diventa prima burattinaio in un copione gogoliano poi è coartato da un’implacabile macchina demoniaca. Un ingranaggio micidiale che costringe a padroneggiare un ritmo motorico esatto fino a un acme violento, quale metafora dell’uomo, obbligato in un tempo cronologico assoluto, unidirezionale che ingessa il fluire stratiforme del suo tempo interiore in forme e motteggi surreali.

La pagina fa parte del mio repertorio da alcuni anni ed è stata eseguita in varie occasioni tra cui il concerto tenuto alla Carnegie Hall.

Qui una mia esecuzione dal vivo estratta da un concerto tenuto nella bellissima città di Modena.

 

 

 

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