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Il concetto di silenzio ha in musica un alto significato al pari di quello contenuto in ciascuna nota di una pagina musicale. Nel mondo è l’istante in cui tutto ciò che circonda l’uomo, smette di vibrare e mette in condizione la mente di ascoltare i propri pensieri e dar forma ai propri sogni. Il silenzio del pendolo contenuto in questa composizione per chitarra non è il suo zittirsi e non è uno strappo nel tessuto temporale che fissa ogni istante in un determinato punto dell’universo; è, invece, “l’istante in cui un essere umano, totalmente preso dall’arte, dalla filosofia o dalla natura, riesce ad estraniarsi da ogni cosa che lo circonda e che non gli interessa, finendo per non avvertire nemmeno la realtà propria del tempo”. Questa la descrizione contenuta nella prefazione de “Il Tacere del Pendolo” (Ed. Ass. Culturale Il Foglio, Italia, 2007), silloge del poeta italiano Alessandro Bianchi da cui è stata tratta ispirazione per la costruzione di sei variazioni sul tema russo Godor na Kame di Lev Alexandrovich Schwartz (1878 – 1962).
Attraverso sei differenti osservazioni prismatiche, vengono raffigurati sei acquerelli diversi, ora melanconici e sofferenti, ora ridenti e briosi, che cercano di svelare un percorso che conduce da atmosfere rarefatte ad elementi reali; una ricerca di tangibilità che non può condurre alla materia concreta e che non ha esito alcuno se non quello di un ritorno all’origine e alla memoria lasciando che indugino tracce di solitudine, di melanconia e di tenebra.
La composizione ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Composizione “Godor na Kame”, Ohio, USA, nel 2010.
La prima esecuzione ha avuto luogo nel concerto del chitarrista russo Dimitri Illarionov a Nuoro, nel mese di Dicembre del 2010.
Da questo link la recensione su GuitART
“In music, the concept of silence, the absence of sound, is just as significant as the actual sound that is contained in each note of a score. At times there is this instance when everything that surrounds man stops vibrating, which enables the mind to hear one’s thoughts and give shape to one’s dreams. In this composition for guitar the Silence of the Pendulum is not its own hush and neither is it a rip in the fabric of time fixing each moment at a given point in the universe. It is instead, “the moment when a human being, totally taken by art, philosophy or nature, is able to cut himself from everything that surrounds him and in which he does not have any interest, ending up not even feeling the very reality of time…[…]”