Le bellissime lettere di Castelnuovo Tedesco a Gilardino

Ricordo bene il 3 novembre del 2007 perché nello studio di Angelo Gilardino, a Vercelli, ascoltavamo l’ultimo CD (il quinto) facente parte della collana di cinque della prima registrazione degli studi di Virtuosità e di Trascendenza. In Piemonte faceva già freddo.

Il giorno dopo l’ascolto integrale, feci lezione con lui su tre diverse composizioni di Mario Castelnuovo Tedesco (una era una Greeting Cards…!) e alla fine tenne per me una sorta di conferenza sul compositore fiorentino.
Fu un fiume in piena: un monologo di circa un’ora e mezza nel quale ebbi modo di scoprire e levare ogni dubbio su quanto l’elemento umano e personale possa influenzare un processo artistico (in quel periodo non ne ero affatto convinto). L’insegnamento ricevuto fu importante.

Ma Gilardino, probabilmente sull’onda della fine delle registrazioni dei suoi Sessanta Studi, mi fece un dono come quelli che si fanno solo tra grandi amici: da uno degli armadietti del suo studio tirò fuori una scatola nella quale erano riposte delle lettere scritte a mano ed una penna stilografica. “Cristiano” – mi disse – “queste sono le lettere che Mario mi scrisse e questa è una delle penne che usava”.

Non mi metterò qui a descrivere lo stato emozionale perché ci vorrebbe Montale.

“Prendile pure” – continuò – “e usale per studiare chi era l’autore.”

Per un attimo pensai ad uno scherzo. Invece ebbi la possibilità di portare in albergo le lettere ed usarle, negli anni successivi, come fonte di studio di valore inestimabile.

Le conosco sillaba per sillaba e ne ho fatto abuso per tracciare le interpretazioni delle ventuno Greeting Cards.

Spero che un giorno vengano rese pubbliche e che tutti abbiano la possibilità di leggere questi preziosi documenti.

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